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Castel Giuliano... e "la notte brava" (Gianfranco Ferrini, 15 novembre 2011)

Di seguito riporto il testo di parte di una lettera che scrissi all'allora mia ragazza in cui le racconto a grande linee la due giorni a Castel Giuliano del 25 e 26 luglio 1972, può sembrare strano aver scritto un avvenimento in modo così dettagliato ma era lei a chiedermi di essere informata su tutto ciò che facevo ogni giorno.

Bracciano, 26 luglio 1972

da poco tornato dall'esercitazione con i carri sono qui a scriverti.
Innanzitutto vorrei scusarmi se non esco per telefonare ma il fatto è che siamo tornati alle 7,30 della sera sporchi di sudore e di polvere col bisogno urgente di una bella doccia, poi ho dovuto vuotare il mio zaino e rimettere tutte le cose al loro posto, poi ho mangiato qualcosa e sono arrivate le 9.
Sono stanco morto perché abbiamo avuto due giorni pesantissimi; dopo aver fatto gli ultimi preparativi e ricevute le ultime istruzioni, siamo partiti alle 3 del pomeriggio di ieri e siamo arrivati alle 3,30.
Abbiamo fatto diversi giri di ricognizione attorno alla zona che è bella anche se alterna vegetazione ampia a vaste radure; la storia è andata avanti per un paio d'ore chiusi in quei carri con un caldo notevole ed un rumore assordante.
Alle 6 ci siamo accampati nel posto assegnato dove erano stati portati gli zaini e le tende; in mezz'ora abbiamo preparato le tende con dentro i materassini gonfiabili per dormire (eravamo 5 o 6 per tenda).
Verso le 7,30 è arrivato il camion con il mangiare e pure il Colonnello Comandante che si è intrattenuto un po' con noi.
Dopo aver acceso un fuoco, sul quale si sono cotte (a completamento della cena) bruschette e fondue bourguignon, abbiamo cantato e due di noi (Cincinelli e Ognissanti n.d.r.), spassosissimi, ci hanno fatto fare un sacco di risate con imitazioni e prese in giro dei nostri comandanti. Alle 11,30 siamo andati a dormire, io dormivo vestito con la tuta mimetica e due coperte addosso.
Di prima mattina era abbastanza umido quando alle 6 hanno dato l'allarme, siamo usciti di corsa e siamo andati a piedi a fare una ricognizione.
Alle 7,30 abbiamo fatto colazione e poi sono ricominciate le esercitazioni; siamo stati sui carri dalle 8,30 alle 12,30 facendo varie prove e pappandoci la nostra buona razione di rumori assordanti.
Alle 1 abbiamo mangiato e alle 3 del pomeriggio abbiamo ricominciato fino alle 6 ora in cui abbiamo dovuto disfare la tenda e rimontare sui carri per tornare in caserma.
E' così finita questa nuova esperienza che si è rivelata molto faticosa e snervante.

Spero di non avervi annoiato ma ho voluto completare, con un diario scritto delle due giornate, il lavoro da me fatto con l'album fotografico “CG al lavoro e notte brava”.


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