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Pillole militari: II Parte (Claudio Cicheri, 17 maggio 2011)

DISTACCO DALLA FAMIGLIA: non è detto che serva a tutti, allontanarsi dalla famiglia per un certo periodo, ma in ogni caso è sempre un’esperienza positiva. Si impara a prendere le proprie scelte, le proprie decisioni, giuste o sbagliate che siano, diciamo che per un certo periodo fa bene. Penso proprio sia stato un periodo positivo. Almeno per qualcuno che non ha fatto il militare, penso proprio che servirebbe. Si impara anche a confrontarsi con un gruppo nuovo, un po’ diverso da quello della “quotidiana routine scolastica”.
IL TRENO: prima ero abituato a prendere il solito filobus per andare a scuola o il treno per il solo 1° anno di università, ma era su un itinerario corto dove sali e scendi dopo 2-3 città, senza preoccuparti di essere nella stazione giusta, perché ti trovi con una marea di persone che salgono e scendono insieme a te, è diverso rispetto a quando ti rechi da solo, in una zona che geograficamente parlando è là dopo quella città là, lontana, dopo aver percorso mezza Italia. Adesso è più semplice, vai su Google-Maps ti stampi l’itinerario..ecc. Con l’auto ancora più semplice, non consulti neanche la carta geografica, il satellitare fa tutto lui, anzi ti suggerisce, ti parla e ti mette in guardia dai probabili punti di rilievo velocità. A volte sono laser. A tal proposito, ma non si potrebbe creare un dispositivo che irradia in verticale un forte segnale laser che taglia-segmenta il segnale in arrivo, in modo da spezzare il raggio e mandare in tilt il sistema di rilievo? Io lancio l’idea, se qualcuno butta giù lo schema, io lo realizzo e lo provo, trovare un punto di rilievo qui vicino non è un problema, ci sono sempre per riempire le casse comunali.
LA VITA IN CASERMA: a parte qualche “cazziettone” (si diceva così ??), mi sembra non sia stata così dura, magari ci si arrabbiava, perché talvolta non si poteva uscire, a causa della divisa in disordine, ma questo ci ha fatto imparare che prima di uscire occorre mettersi in ordine. La riga dei pantaloni, non teneva? Con due pezzi da 100 # appaiati si stringeva e si faceva scorrere, da cima a fondo e per mezz’ora era tutto a posto. Far ginnastica con i calzini corti e di mattina era una goduria, magari con la neve! Smontare e rimontare le armi un bel passatempo: forse se le avessimo usate un po’ di più, non mi sarebbe dispiaciuto. Invece le abbiamo consumate di più nello smonta-rimonta.
INBRANATURI TE SALUTANT: si è vero, alle prime uscite era una soddisfazione per i vigili del paese, salutavo tutti quelli che erano in divisa, poi mi sono adeguato.
A CORDENONS: (breve salto geografico..) una sera, muniti di bussola, carta geografica, torcia, divisa mimetica, bendati ci portano in gruppi separati in posti diversi e ci lasciarono lì col compito di tornare in caserma a piedi. Camminiamo un po’, localizziamo il posto, vediamo che siamo un po’ troppo lontani per tornare a piedi, mancava la voglia di camminare, cerchiamo una scorciatoia e dopo una mezz’ora intravediamo una luce: è una casa e fuori c’è un’auto. Io che la penso come la natura[3], mi balena subito un lampo, un’idea, quella di farci dare uno strappo in paese. Ci presentiamo, con l’idea di chiedere informazioni o altro, al che il tizio dice che stava per andare in paese. Era quello che volevamo! Ce lo proponeva Lui, era quello che volevamo, meglio di così..Mezz’ora di strada e subito in paese: ci siamo fermati per qualche partita a bigliardo[4] e poi con calma, molta calma abbiamo percorso gli ultimi chilometri a piedi, fingendo d’essere super-stressati, stanchi, stanchissimi. Ma torniamo a Bracciano.
LA GUARDIA: non sono mai riuscito a dormire una volta, per me le due ore di pausa, non servivano a chiudere gli occhi neanche un minuto. Una notte, verso le 3-4 di mattina, nel campo al di là della strada ad altezza d’uomo o poco più, sopra il frumento, una sagoma ben definita, quasi una chiazza grigiastra schiacciata, color metallico si librava sopra a circa 3 metri dal suolo, senza rumore. Era sopra il frumento. Era nebbia? No. Abbracciai il fucile, sbigottito e un po’ impaurito, subito pallottola in canna, mi guardai attorno..riguardai era una sagoma simile ad un disco volante[5]. Frutto di immaginazione, debolezza, sonno, stress..non lo so, ma c’era, l’ho visto. Forse effetto dell’insonnia. Forse un effetto di qualche fenomeno fisico, ci sarà una spiegazione, c’è sempre una spiegazione in tutte le cose. Non so se ne ho parlato con qualcuno, forse col vicino di guardia, ma ogni volta che passavo di lì guardavo bene. Ma quella volta la pallottola era in canna e la cosa era seria, ero deciso a premere, a sparare.
IL PASTO: no coment. Basta dire che terminato il corso per circa 2 anni non ho più mangiato rigatoni, ne mortadella due cose bandite dalla mia tavola per anni. Alla sera comunque fuori si mangiava bene e molte ricette le ho fotocopiate mentalmente[6]. Faccio fatica a ricordare bene realmente con chi uscivo, ma in genere so che ci trovavamo in 3 o 4, perché riempivamo un tavolo. Qui di nuovo Freud dice che ho rimosso tutto; è come se la RAM avesse perso un banco di memoria: però se qualcuno mi aiuta, forse riesco a ri-costruire, guardando le foto, perché qualche idea l’ho, ma non vorrei sbagliarmi, non voglio espormi troppo, in effetti è passato qualche giorno, da allora[7].
DA VR IN TRENO FINO A BRACCIANO: a tal proposito ho una domanda da fare per alcuni di Voi. Chi di Voi durante il corso si è trovato con me in treno, una volta, nello stesso scompartimento da VERONA a BRACCIANO? Il collega AUC, se ricordo bene, credo avesse i baffi?..ma sicuramente ricordo, molto bene, un altro particolare da non sottovalutare ed è che aveva una ragazza bionda insieme(di bell’ aspetto!), parlava inglese (LEI) e arrivati a ROMA abbiamo preso un Taxi insieme, per velocizzare il rientro, insieme. Bel viaggio in compagnia.
UN RITORNO DA BRACCIANO A CASA: sono in stazione a ROMA Termini per una licenza o permesso o forse era l’ultimo viaggio, non lo so. C’è tempo per la coincidenza e con la borsa, forse era il viaggio ultimo? Non so. Decido di far 4 passi in una via trasversale rispetto alla via Giolitti (laterale destra rispetto alla stazione Termini). Cammino per i fatti miei e vedo una pizzeria, prendo un pezzo di pizza e cammino, per i fatti miei, pensando al nulla. Su una porta “una donna del mestiere più vecchio..mi parla”..non penso a quello che dice, non rispondo, dietro-front, cambio via e torno in stazione, era la via sbagliata.
IL LANCIO DELLA BOMBA: armati di tutto punto col fucile a spalle elmetto e quant’altro potesse aggravare la situazione e impedire i movimenti, ci accingiamo a lanciare dalla “rupe tarpea” la famosa bomba. Chi era davanti a me? Non lo so. Sentii un grido A TERRA..!. Non so, forse rimasi in piedi o mi buttai a terra quando non serviva, più. La bomba era caduta a terra perché durante il lancio, la mano aveva contrastato col calcio del fucile: ma da quel momento il lancio fu fatto senza il fucile a tracolla, quindi io fui agevolato. Non so se abbiamo fatto tempo a buttarci a terra. Ma il Tenente o chi era vicino, forse il sergente, ha avuto la prontezza di spirito di recuperarla e lanciarla, giù dalla rupe. Non ho mai capito però, come facevano a far esplodere quelle che non erano esplose, anche perché se la linguetta era stata strappata e avevano percorso la traiettoria, erano pericolose, sarei curioso di sapere come facevano a farle esplodere! Son fatto così, quando non so una cosa attacco un cartellino nella bacheca virtuale e cerco la risposta, finché non la trovo: se qualcuno lo sa lo dica, ne sarò grato.
IL TIRO: non ho preso tanti punti, col fucile prendevo la sagoma, con la berretta, sparavo alle gambe o ai gabbiani, quindi i proiettili sono tutti nella sabbia o se passava il gabbiano..!. Non avevo mai sparato, prima. Quindi o sabbia o cielo. Però, terminato il militare, ho provato un’arma migliore, canna più lunga e carrello che rimaneva arretrato dopo l’ultimo colpo e quindi subito predisposta per un nuovo caricatore, con quella ho provato qualche colpo e devo dire che..era una bell’arma, un bussolotto di conserva, riuscivo a prenderlo, qualche volta. Non so il modello.
IL TIRO CON MITRAGLIATRICE: c’erano dei pescatori sul mare, che non decidevano a spostarsi. Vi ricordate il luogo? C’erano dei paesetti caratteristici in quella zona, forse era dalle parti di Tarquinia o Cerveteri? Non so. Comunque ho visto anche zone etrusche forse con..Greco Antonio? Parlandone qui mi sembra che qualcosa riaffiora alla mente, spero di non sbagliare, non è vecchiaia è proprio Freud.
A.U.C. MANCANTI: fatevi vivi, sentiamoci con qualche e-mail, se siete impegnati, basta sertirci qualche volta, partecipate solo a livello locale, magari. Oggi i mezzi son cambiati: c’è l’e-mail, esiste skype[8] ottimo per le telefonate di gruppo (diventa una bella conferenza insieme, ma ci vuole il moderatore), c’è FaceBook, telefono, cellulare. Bastano 4 righe qui, un saluto, se volete una foto da allegare al gruppo per completarlo.


[3] La natura evolve minimizzando la spesa di energia, quando può.
[4] Non si poteva tornare troppo presto, ovviamente.
[5] Ai dischi volanti ci credo se partono da AREA 51, ma se provengono da galassie più progredite, o aldi fuori del nostro pianeta, no. Neanche se li fotografo.
[6] Il problema è che alla nostra età bisogna controllarsi, altrimenti le stelline compaiono negli esami: biciclidi, polistirolo, sindrome del vescovo..ecc. E allora bisogna mangiare come le capre.
[7] Per questo unisco la foto alla fine.
[8] Aggiornate all’ultima versione, altrimenti non accetta la videoconferenza, per aggiornare: DA SKYPE >> AIUTO >> CONTROLLA AGGIORNAMENTI >> fa tutto lui da solo e non si perdono i collegamenti (attualmente a marzo 2011 l’ultima versione è la 5.1.0.112. La versione si vede da AIUTO>>INFORMAZIONE SU SKYPE.


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